Il termine “peeling” significa “esfoliare” (in inglese “to peel” = pelare). Quindi applicando sulla cute sostanze acide di vario tipo si provoca sia una rimozione più o meno marcata degli strati superficiali della pelle sia una stimolazione del turnover dei componenti strutturali della pelle ( cellule, fibre collagene ed elastiche ).
Tutto ciò porterà ad una eliminazione delle vecchie cellule, ad uno schiarimento delle macchie e ad una attenuazione delle lesioni cicatriziali. Una cute opaca e ruvida apparirà più luminosa con un aspetto più giovane e ben curato. Le macchie si attenueranno fino a scomparire , i pori appariranno meno dilatati donando alla cute compattezza.
Il peeling è un atto terapeutico semplice ma che in mani inesperte può diventare troppo invasivo e pericoloso. Il peeling deve essere “costruito” sul viso del paziente. Le sostanze da utilizzare, e ce ne sono molte, e la potenza del peeling, devono essere scelte dopo una attenta valutazione del tipo di pelle e della profondità della lesione che si deve trattare. Inutile fare peeling particolarmente invasivi quando non sono necessari si corre solo il rischio di avere effetti avversi quali principalmente una iperpigmentazione.
Gli inestetismi del viso che possono essere eliminati con il peeling sono:
- miglioramento della texture
- segni della pelle invecchiata: ruvidezza, opacità, macchie più superficiali
- cuti seborroiche tendenzialmente acneiche con pori dilatati
- segni cicatriziali e pigmentazioni post-acne.
Particolari acidi possono essere utilizzati nella terapia delle smagliature bianche, cioè di vecchia data. In effetti la loro azione sarà quella da un lato di rimuovere lo strato superficiale ma soprattutto dall’altro di aumentare il flusso di sangue ed innescare un processo di rigenerazione dermica. Inoltre possono essere utilizzate sostanze che virano la colorazione della smagliatura avvicinandola a quella della cute circostante rendendola così meno visibile.